Mi ero svegliata con l’intenzione di postarvi la prima delle ricettine in attesa di pubblicazione che poteva essere anche un ottimo suggerimento per la scampagnata di pasquetta… ma… Sono stata, mio malgrado distratta da uno spiacevole plagio smascherato per cui ho dato priorità alla manifestazione del mio più grande disappunto. Anzi approfitto per ringraziare Libera che ha amplificato la mia voce nel web, dando all’accaduto una vetrina più ampia, e anche dei nuovi visitatori! Grazie!
Ma veniamo a noi! Cercherò di postarvi in questa settimana almeno una ricetta dolce ed una salata per la scampagnata di pasquetta, in più in questi giorni lascerò in evidenza questo post riguardante il mio primo tentativo nella realizzazione della colomba. A lievitazione naturale, si intende!!
Sinceramente non sono una che ama o che si sente particolarmente legata alla Pasqua, ed in particolare alla Colomba, tra i dolci tradizionali, è quello che mi affascina meno. Ma avendo a disposizione il lievito naturale e l’impastatrice, non potevo non provarci. La pasqua per me significa pastiera napoletana, cioccolato naturalmente, e la “piddhica” ossia un pane speziato (anzi pepato più che speziato) che si prepara nel mio paesello durante la settimana santa per essere regalato ai bambini la mattina di Pasqua.
Piccola doverosa nota sui prodotti tradizioni pasquali pugliesi: il dolce pasquale pugliese forse più conosciuto è la scarcella, preparato anche in altre regioni, chiamato in maniera diversa. In alcune zone del Brindisino, invece, la piddhica è una focaccia ripiena, una sorta di calzone, con pomodorini e cipolle. Da me, a San Marzano, la piddhica è un pane di semola e olio, profumato con cannella e soprattutto pepe, pepe, pepe e ancora pepe, con su incastonate le uova sode (come la scarcella, che è dolce, e come accade per doversi dolci pasquali in tutta Italia). Se poi la mia famiglia da decenni sbaglia a chiamarla così chiedo venia, ma soprattutto chiedo lumi! Spero di riuscire a preparare anche quella nei prossimi giorni, tra un po’ chiamo mia madre e mi faccio dare una ricetta sicura!
Ma torniamo alla colomba.
La ricetta che ho deciso di seguire è quella delle sorelle Simili, che in verità ho un po’ semplificato (magari qualcuna dirà stravolto!!!) e che si trova in giro per parecchi blog (ad esempio qui). Ipotizzando di voler servire al colomba alla domenica, la preparazione va iniziata il giovedì, con i rinfreschi del lievito. Ora, devo essere sincera: io questo passaggio, causa lavoro, l’ho omesso, “limitandomi” ad un rinfresco giovedì sera, e ad un altro rinfresco del lievito venerdì mattina, prima di andare al lavoro. Avrei voluto rinfrescare anche il venerdì sera ma son tornata a mezzanotte dopo un rinfresco di laurea!! ahahahahah! La prossima volta mi organizzo meglio, magari per riuscire e tornare a pranzo a casa per un ulteriore rinfresco, del lievito, al giovedì!!!
Ssabato mattina: ho proceduto direttamente con il primo impasto utilizzando: 1 kg di farina manitoba, 400ml latte, 3 uova ed un tuorlo (differentemente dalla ricetta delle Simili), 260g di lievito naturale, 125g di burro e 125g di zucchero semolato.
Come per qualsiasi pasta brioche, i liquidi vanno aggiunto poco per volta, per permettere alla farina di assorbirli per bene, ed il burro aggiunto alla fine, dopo che la pasta è ben incordata (=elastica, tirandola non si spezza subito). Non viene aggiunto sale in questa fase. La dose è grandicella, e se avete il kenwood chef major T040 (per intenderci quello con la ciotola da max 1,2kg di impasto), conviene che lavoriate metà dose per volta, oppure, come ho fatto io, metà a mano e metà in macchina (lavorare il lievito madre mi piace troppo, e lasciar fare tutto alla macchina mi pare uno spreco!!!)
Quello che ho ottenuto è questo (intera dose, dopo aver unito i due impasti)
Dopo la “pirlatura” (dare la forma regolare e tonda alla pasta) ecco come si presenta l’impasto:
L’ho messo a lievitare in una ciotola di vetro, coperto con pellicola, nel forno a 27°. Deve lievitare sino a raddoppio. Secondo la ricetta delle Simili per 12 ore (per me scadono a mezzanotte! vi terrò aggiornati sul prosieguo!!!) Sciau.
Sabato sera: Ecco come si presentava la mia pasta alle 20:00
Ho quindi aggiunto gli ingredienti del secondo impasto: 50g di zucchero a velo, 60g di burro, 30g di mandorle tostate e tritate sottili, 150g di scorza di arancia e scorza di cedro candita (diversamente che nella ricetta delle Simili), 1 uovo (anche qui discostandomi dalla ricetta che prevedeva due tuorli), 8g di sale, la polpa di una bacca di vaniglia.
E impastato per bene con le mani prima nella ciotola e poi sulla spianatoia. Questo è quello che ho ottenuto :
Che ho suddiviso in due pezzature da circa 1,2 kg e sistemato negli stampi di cartone… del panettone! Non ho trovato le colombe…
Le ho coperte con pellicola e messe a lievitare per la notte senza troppe aspettative per la mattinata successiva!
Domenica mattina: con mio immenso stupore entro in cucina e vedo questo:
Ve lo avevo detto che il mio lievito era molto attivo no?!!! Pur senza tutti quei rinfreschi richiesti ha fatto un ottimissimo lavoro!!!! Speriamo ora di non guastare tutta questa faticaccia in sede di cottura!!! A dopo!
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